Luglio 3, 2023

La Telemedicina ha (già) fatto storia… (2 di 2)

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Nello scorso articolo (link) abbiamo visto come l’idea di offrire servizi di medicina a distanza è nata almeno un secolo fa e come già nel 1975 si descrivevano concetti in cui ci sono molti principi che guidano oggi l’utilizzo della telemedicina.

Ancora più illuminanti sono però le parole di Bennet il quale, nel 1978, parla di telemedicina e tele-salute come: “sistemi [che] supportano il processo di assistenza sanitaria fornendo i mezzi per uno scambio di informazioni più efficace ed efficiente”. E ancora, “la telemedicina dovrebbe incorporare “un’ampia gamma di attività relative alla salute, tra cui leducazione dei pazienti e degli operatori sanitari e lamministrazione dei servizi sanitari, nonché lassistenza ai pazienti”.

Si tratta di concetti rivoluzionari perché oltre ad intravvedere ciò che sarebbe accaduto molti anni più tardi, già si parlava di “educazione” dei portatori di interesse come oggi si parla di alfabetizzazione digitale e di ripensamento dei processi di cura.

Sicuramente tutti questi autori avevano visto, già 50 anni fa, nella telemedicina la risposta ai problemi che iniziavano ad affiorare nella medicina tradizionale insieme alla nascita di nuove sfide.

 

 

Per la cronaca, nel 1957 Jutras trasmise radiografie dall’Hotel Dieu Hospital di Montreal; Wittson & Benschoter, nel 1959, usarono una trasmissione a circuito chiuso per condurre sessioni di terapia di gruppo tra il Nebraska Psychiatric Institute di Omaha e il Norfolk Ospedale Statale.

Inoltre nel 1967, venne creato il primo prototipo di sistema interattivo di telemedicina, che collegava la stazione medica del Logan International Airport di Boston e il Massachusetts General Hospital.

In seguito, i progetti di telemedicina vennero sviluppati e portati avanti per lo più dalla NASA che aveva l’obbiettivo di monitorare i parametri vitali degli astronauti e gli effetti della gravità zero sul loro organismo. Man mano che i voli spaziali si facevano più lunghi, la telemedicina passò da quello che oggi definiremmo telemonitoraggio, a quello che è la diagnosi e il trattamento di patologie o l’intervento in diverse condizioni mediche che si verificavano durante i voli spaziali.

La Nasa, c’è da dire, non si è interessata esclusivamente alla telemedicina durante i voli spaziali ma ha dato vita ad uno dei progetti governativi di maggior successo attraverso la partnership con i servizi sanitari indiani. Il progetto è stato chiamato Space Technology Applied to Rural Papago Advanced Health Care (STARPAHC) e ha fornito sia ai nativi americani nella riserva di Papago in Arizona sia agli astronauti in orbita l’accesso alle cure mediche. La tecnologia a microonde ha permesso di trasmettere fotografie a raggi X, elettrocardiografi e altre informazioni mediche da e verso l’ospedale del servizio sanitario pubblico.

Ma se negli Stati Uniti si andava a delineare questo quadro, cosa stava succedendo nel vecchio continente?

In Italia, nel 1935, nasceva il Centro Internazionale Radio-Medico (CIRM) che prestava soccorso alle Navi che avevano a bordo un passeggero o una persona dell’equipaggio ammalata. L’istituto Luce in un documentario del 1940 diceva: “…ha sede in Roma sotto la Presidenza Augusta di sua Maestà la Regina Imperatrice il Centro Radio-Medico Internazionale che a mezzo della radio trasmette consigli e prescrizioni sanitarie agli equipaggi di quelle navi che si trovino in navigazione sprovvista di medico di bordo, in qualunque mare del mondo siano e a qualsiasi nazione appartengano…”.

Dopo questo periodo vigoroso, la telemedicina ha attraversato quasi due decenni di letargo in attesa che gli sviluppi informatici facessero il loro decorso e che, gli strumenti prima usati dalla Nasa, dalle Università, dagli Ospedali o dallo stesso CIRM fossero a disposizione dei liberi cittadini con costi ridotti.

In questo senso la telemedicina ha iniziato a ricomparire nuovamente attorno agli anni novanta delineandosi con quelle forme che oggi conosciamo e utilizziamo. Per il resto è storia dei nostri giorni, compreso l’atteso accordo quadro recentemente pubblicato da Regione Lombardia per la realizzazione e lesercizio dellinfrastruttura regionale di telemedicina (www.sintel.regione.lombardia.it/eprocdata/auctionDetail.xhtml?id=171039205) di cui parleremo in uno dei prossimi articoli.

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